venerdì 8 dicembre 2017

Noel Gallagher a El País: "Reunion degli Oasis? No, basta vedere il Twitter di Liam. Internet ha rovinato il mondo"

Intervista di Pablo Guimón a Noel Gallagher per El País. Traduzione italiana: oasisnotizie.

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Cosa ti spinge a continuare a scrivere canzoni?
 
Il fatto che mi piaccia molto. Quando ho iniziato a scrivere canzoni non avevo un centesimo. Oggi, 25 anni dopo, ho molto denaro, ma continua ad essere importante, perché non ne ho bisogno. Faccio musica perché mi piace e mi piace che ad altra gente piaccia quello che faccio. Questo è molto importante, soprattutto nel mondo in cui viviamo oggi, con il terrorismo e tutta questa merda. Se sai fare musica sei obbligato a diffonderla, perché non c'è abbastanza bene nel mondo.

Hai scritto varie canzoni che probabilmente rimarranno nella storia per sempre.

Sedici.

Le hai contate?

Supersonic, Slide Away, Live Forever, Wonderwall, The Masterplan, Don't Look Back in Anger, Champagne Supernova, Acquiesce, Half the World Away, AKA ... What a Life!, If I Had a Gun, The Importance of Being Idle, Little by Little, The Death of You and Me, Riverman e Everybody’s on the Run.

Ero a Manchester il giorno in cui, dopo aver assistito al minuto di silenzio per le vittime dell'attentato, la folla riunita in veglia funebre ha iniziato a cantare Don't Look Back in Anger. Quella sera la canzone ha assunto un significato completamente nuovo.

Davvero? Io l'ho visto in televisione. È stata una cosa pazzesca.

Cos'hai provato?

Sono rimasto senza parole. Ognuno se ne sta per i fatti propri, in silenzio, e all'improvviso una ragazza decide, per un qualche motivo, che unirà tutta la gente e inizia a cantare. In quel momento la canzone è un'esperienza condivisa. Da appassionato di musica, essendo uno che crede nel suo potere, non mi è mai sorto il dubbio che la musica possa unire la gente. E qui si è visto chiaramente. Così quella canzone è straordinaria. In sé non è un pezzo musicale straordinario, come Strawberry Fields Forever, ma l'ho scritta una sera a Parigi, sotto la pioggia, da ubriaco. Parla di una donna che vede sfuggire via la propria vita. Quindi leva in alto un bicchiere e pensa: "Non mi pento di nulla". È stato un inno che parlava di questo per 20 anni. E ora è un altro inno di resistenza, al coraggio dell'uomo.

"Ogni volta che la cantiamo vinciamo", hai detto dal palco prima di cantarla, nel secondo concerto-omaggio per le vittime di Mancheste, il 9 settembre alla riapertura della Manchester Arena.

I terroristi islamici odiano i giovani, l'allegria, cantare. Per questo più lo facciamo meglio è. Se mi odi te ne darò una ragione. Cantiamo, esprimiamoci, che le donne continuino ad essere belle e i ragazzi ad essere giovani. Che si fottano!

Tuo fratello Liam ti ha criticato per non aver partecipato al primo concerto dopo l'attentato. Dopo è trapelato che tu avevi fatto un'importante donazione in denaro.

Sono un tipo riservato. Quella sera ho deciso che tutto il denaro extra che si sarebbe guadagnato a partire da quel momento sarebbe stato devoluto alle vittime. Non sono insicuro al punto da volere che si sappia, ma Liam ... ha bisogno di consultare uno psichiatra. Credo che non stia bene. 

Com'era casa Gallagher quando eravate piccoli?

La vita è quello che ti tocca e ciò che ne fai. Se confrontata con quella dei miei figli, la mia vita era molto difficile. Ai miei due figli piccoli non frega nulla! Sono cresciuti con un padre ricco che è una stella del rock. Mio padre era violento, il mio dannato fratello un idiota, l'altro mio fratello un altro idiota. I miei genitori lavoravano duramente e non avevamo soldi. Era questa la mia realtà. La normalità.

Hanno avuto fortuna i tuoi figli?

Altroché! Ovvio! Comunque non sentono l'esigenza di superarsi. Spero che trovino una passione e che si guadagnino da vivere facendo quello. Io ho avuto una sola opportunità. E questo è quanto. Quando ho scritto Live Forever ho pensato: "È questa l'opportunità". Mamma e papà mi piacciono e i soldi ci sono. Detto questo, buon per loro. Magari fossi stato io nei loro panni. Sarebbero stati guai. E mia figlia, cazzo se mi piace!

Mi garantisci che hai la personalità del figlio di mezzo (Noel è nato dopo il fratello Paul e prima del fratello Liam, ndr).

Noi figli di mezzo non sentiamo la pressione che sente il maggiore né riceviamo l'attenzione che riceve il minore. Siamo quasi anonimi a casa. Io sono cresciuto così. Mi piace rimanere nell'ombra. Faccio il mio fottuto lavoro, lo pubblico, è fantastico, vado in mezzo alla strada e quando finisco torno alla mia vita e non mi vedi più. Non mi interessano i riflettori.

Non hai conosciuto il successo vero prima di arrivare a quasi 30 anni. Questo ti ha preparato a quello che è venuto dopo?

Ovvio. Prima di andare in America con gli Oasis ero stato lì già tre volte. Non ero sballato, ma concentrato sul lavoro. Gli Oasis diventarono la band più grande del mondo perché non mi sono preso mai una giornata libera. Dal 1991 al 1999 non mi sono mai disconnesso. Mai. Ho lavorato per tutto il tempo perché quello che facevamo fosse fatto nel modo migliore. Le feste, le donne, tutta questa merda va bene un giorno, due, forse due e la mattina del terzo, ma quello che fa sì che tutto valga la pena e ti permette di rimanere sano è il lavoro.

Dicono che la fama somigli alle droghe.

Certo. La cocaina o l'ecstasy amplificano una parte della tua personalità. Anche la fama. Per esempio: sarebbe giusto dire che si conosce più Liam da quando ha aperto il suo profilo Twitter. È tutto quello che ti devo dire. Twitter è la nuova fama, no? Le stelle del rock, quando ero piccolo io, non si sapeva proprio cosa facessero. Ora qualsiasi imbecille sa quello che stanno facendo tutti. Non mi interessa Twitter perché sto bene con chi sono.

Parla di un momento magico della band, quei mesi prima del successo. Ti manca?

Lo vedi solo quando ci ripensi. Non avevi la security, andavi al concerto in furgone, caricavi tu la tua attrezzatura. È una cosa reale. Sì, mi manca l'impennata, ma c'è un momento in cui ci si blocca, e quello non mi manca.

Quando hai capito che era finito tutto?

Nell'ultimo tour. Avevo sempre avuto litigi e discussioni, però lì ho capito che non mi piaceva più. Ne avevo abbastanza. Avevo 43 anni. Il primo terzo della mia vita l'avevo trascorso sopravvivendo, il secondo l'avevo trascorso rendendo quella band la più grande del mondo e ho pensato: "Sai che c'è? Mi piacerebbe dedicare il resto a me stesso". Mi sono seduto nella mia auto prima di quel concerto di Parigi e ho pensato: "Si fotta questo imbecille!". È una delle decisioni migliori che abbia preso in vita mia.

È difficile stare così lontano da tuo fratello?

No.

Desideri riconciliarti con lui un giorno?

No. Sono molto felice così. Non mi manca Liam, manco per un fottuto nanosecondo. Ai fan spagnoli degli Oasis di' questo da parte mia: se avete un cazzo di dubbio sul perché non ci sarà la reunion degli Oasis, andate su Internet e aprite il suo profilo Twitter. Perché questa merda è andata avanti per 20 anni. Voi la fareste? OK, la fareste per soldi, ma se aveste già i soldi? Chi se ne frega?

Noel e Paul Gallagher con mamma Peggy
Sei tu l'ultima stella del rock?

Nessuno ha rivendicato il mio posto. Ed è una pena, perché mi piacerebbe conoscere il nuovo me. Certe volte ho pensato che sarebbe arrivato. L'ho pensato di Alex Turner, per esempio, ma la gente fa i suoi dischi nella sua stanza da letto. Io li faccio per suonare di fronte a 50.000 persone. Per quello sono tra gli artisti principali dei concerti da 20 anni.

Cosa ti manca degli anni '90?

Erano liberi, aperti. Non c'erano né Internet né i cellulari, solo tu, i tuoi pensieri e la musica. Internet è la cosa peggiore che sia successo al mondo. Diffonde il terrorismo, l'odio, la violenza, la guerra, la pedofilia. Tutto prima di Internet era magico, tutto dopo è stato un disastro. Della Brexit non mi importa molto. Non ho votato. Non ha influenza su di me. L'Europa è ad un bivio. Sembra che i politici si preoccupino più dell'economia che della società.  La famiglia del ragazzo dell'attentato di Manchester è venuta dalla Libia. Gli è stata data un'opportunità nella vita e questo piccolo maiale si fa saltare in aria con una bomba in un concerto pop. Quanto dev'essere fottuta la società perché accada una cosa del genere? Però ti chiamano razzista, quindi di quello non puoi parlare. Si suppone che i politici siano più intelligenti di noi, no? Noi siamo solo tizi a cui piacciono la musica, il calcio, fumare, bere.

Di cosa sei più orgoglioso?

Di essere ancora qui. Il mio nuovo disco non è nostalgico, non è Brit pop, è nuovo, è fresco. Sono orgoglioso di avere cose da dire, ma la cosa di cui vado più fiero è questo (sorride e indica il cuoio capelluto, ndr). Questa capigliatura. Tutta la mia carriera sta qui. Tutti quei discorsi che ho fatto sul vivere in eterno. Se non ci fosse questa qui tu non saresti seduto qui vicino a me. Dobbiamo porgere i nostri ringraziamenti e dedicare le nostre preghiere a questa.

Come ti piacerebbe essere ricordato?

Mi accontenterei di essere ricordato. I miei figli mi ricorderanno per come sono stato con loro. I miei amici la stessa cosa. Quello che Liam ricorda di me è una cosa totalmente diversa. La musica che ho fatto durerà per sempre. E uno spagnolo che ascolti la mia musica tra 50 anni mi piacerebbe che mi ricordasse come uno che non si è rovinato la vita. Uno che ha approfittato della sua opportunità, ha lavorato sodo ... e aveva dei bellissimi capelli.

Source: El País

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