giovedì 7 settembre 2017

L'intervento: "Liam Gallagher, ora basta con tutto questo turpiloquio"


Ci ho pensato e ripensato e alla fine ho immaginato diaverlo davanti e dirgli: «Falla finita e datti una regolata». E ora vi giro la domanda che ho fatto a me stessa: che cosa direste voi a Liam Gallagher se lo aveste di fronte dopo una delle sue scenatacce o dei suoi turpiloqui? 

Per i pochissimi che non lo sapessero: William John Paul Gallagher, classe 1972 e più noto come Liam, è l’uomo che ha fatto metà della storia dei mitici Oasis. Metà nel senso che l’altra metà l’ha fatta il fratello maggiore Noel. Dal punto di vista musicale Liam è un genio (e chi potrebbe  negarlo?). La sua voce, la sua chitarra, il suo modo  di vivere il palco sono stati una piccolissima parte  dei dettagli che hanno fatto degli Oasis il gruppo più famoso del mondo negli Anni 90 (Liam è sempre stato ex aequo con Noel, secondo me). Benissimo.  a certo quel tipo scontroso osannato da un capo all’altro del pianeta non dev’essere proprio una personcina a modo. Lo dicono mille e mille racconti di cronaca (musicale e non) e, soprattutto, lui non fa mistero delle sue sfuriate o volgarità. Quindi non è un segreto per nessuno, specie per suo fratello Noel che – ci informa Wikipedia – «il 28 agosto 2009, a tre date dalla conclusione della tournée mondiale di supporto all’album Dig Out Your Soul, ha lasciato la band dopo un violento litigio con Liam sul palco del festival Rock en Seine di Parigi». 

Il fatto è che a 45 anni e dopo una trentina passati a litigare con il mondo intero, le intemperanze di Liam hanno un po’ stufato. La più recente – quella che mi ha fatto immaginare di averlo davanti e potergli dire qualcosa – viene dal Leeds Festival, nel Regno Unito. 

È il 25 agosto. Fino alla fine dell’esibizione, nella sua nuova veste di solista, tutto fila liscio, con i soliti fan in delirio. Nemmeno una parolaccia o un piccolo alterco. Anzi, meglio: Liam ha scritto al pubblico un tweet di ringraziamento. Una metamorfosi, lo scorbutico che diventa amabile. Ma poi vai a capire cos’è successo e al primo tweet ne è seguito un secondo che diceva più o me o così: «A quanto pare non è consentito dire parolacce a Leeds. Fermate il cazzo di mondo, voglio scendere, merde fighe del cazzo». Qualcuno ha timidamente provato a fargli notare che forse tutta quella volgarità non è un bell’esempio per i fan più giovani che cercano in lui un modello. Liam ha risposto con dei vaffa guarniti da molto altro e molto peggio. 

Non oso immaginare che cosa risponderebbe a me se davvero potessi dirgli quel «falla finita e datti una regolata». Di certo non lo farebbe in privato, come fa da una vita con Noel. I panni sporchi lui li lava sul palco, sui social o con le interviste. Basta fare una veloce ricerca su Google per trovare aneddoti a non finire. Una volta disse: «Odio mio fratello, il sogno della mia vita è sfasciargli una chitarra sul grugno». In un’altra occasione lo valutò artisticamente: «Credo che sia il compositore più sopravvalutato della storia del rock». Non sono parole gentili, d’accordo, ma almeno non c’erano parolacce...

Giusi Fasano
Sette, settimanale del Corriere della Sera, in edicola da oggi 7 settembre 2017

P.S. "La sua voce, la sua chitarra". Liam o Noel? Idee un po' confuse ...

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