domenica 17 settembre 2017

Liam Gallagher a Rock & Folk: "Disco onesto, io nato per il palco. Non sono come Bono, sono maniaco di Lennon e troppo buono per fare il dittatore"

Liam Gallagher: "Disco onesto, io nato per il palco. Non sono come Bono, sono maniaco di Lennon e troppo buono per fare il dittatore" - Leggi qui, nella nostra traduzione italiana, l'intervista rilasciata in Francia a Rock & Folk per il numero di ottobre. 

Read in French here

Dal nuovo disco al posto che Liam Gallagher ha nel mondo, dal terrorismo che tiene in scacco il mondo, dalla sua visione della musica, dalle differenze tra i giorni con gli Oasis e la nuova avventura a cosa farà se il disco non sfonda, dalla noia che lo attanagliava a casa all'ipotesi reunion con Noel. Un'intervista completa.

Il cantante degli Oasis torna in pista dopo lo scioglimento dei Beady Eye. Tre anni di riflessione, qualche insulto al fratello e il mancuniano è di nuovo sulla scena, come solista. Si racconta a Rock &Folk, non senza un certo spasso. 

Reincontrare Liam Gallagher. Nel 2017, perché ci parli del suo primo album da solista, As You Were. Evidentemente. Ci sono degli appuntamenti che non si rifiutano. Il disco sarà disponibile da ottobre. Il 6. 

Nell’attesa ci è concesso di ascoltare cinque canzoni: For What It's Worth, Wall Of Glass, Bold, All I Need And More e Paper Crown. Del rock 'n' roll malinconico, delle ballate unificanti, piuttosto spoglie, con quella voce che fa tutta la differenza. Può esserci anche un lato più grezzo, praticamente punk, quando le chitarre mordono più che accarezzare. 

Liam fa il Liam, senza gli Oasis, ma con ancora la stessa arroganza salutare, la stessa fede incrollabile. Non lontano dalla stazione ferroviaria Est lo aspetto nel bar di un hotel, quando la canicola divora l’asfalto parigino. Liam ha caldo, ma conserva il proprio parka.
  
“Preferisco sudare, ma rimanere bellissimo”, precisa. Ovviamente. 

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di Jerome Reijasse - traduz. italiana di oasisnotizie
Source: Rock & Folk (France)

Buongiorno Liam. Ho qualcosa da regalarti.

Cosa? Un occhio nero? (ride, ndr).

No, no, è un regalo. Forse te lo regalerò alla fine di questa intervista.

Farò di tutto per meritarlo allora! Cazzo, che caldo! Che cazzo di caldo boia! Ci conosciamo, no? Non abbiamo già parlato?

Un bel po’ di tempo fa. Eravamo giovani e voi allora dominavate il mondo.


Sono tornato. Liam è tornato!

Foto da Rock & Folk, ottobre 2017
Che ci puoi dire del disco da solista? Abbiamo avuto poche informazioni fino ad ora.

Anche io. Non ho avuto alcuna informazione (ride, ndr). Il titolo dell’album è As You Were. Avevo la traduzione in francese, ma l’ho dimenticata. Penso che si potrebbe tradurre con qualcosa come “ritorno in pista” o “ricominciamo da capo”, oppure “la vita continua” … È una frase che si usa molto in Inghilterra. In realtà la usano in pochi nel mondo, ma io la uso sempre. È un buon titolo.

Quante canzoni ci sono su questo album?

Dodici. E ne sono veramente rapito, suona veramente bene. Volevo proprio che le canzoni non perdessero la propria intensità, il proprio lato grezzo, non volevo mixarle troppo. Dipendesse solo da me, non farei proprio il mix. Le lascerei come sono, come suonano quando escono dalla console. I mixaggi di grande portata non fanno per me, quello soffoca tutto. Lascia queste cazzo di canzoni come sono! C’è bisogno che io sia molto attento … ho scritto delle canzoni con Greg Kurstin, un tizio di Los Angeles che suona in un gruppo con Beck e che ha lavorato con Paul McCartney. Ho collaborato anche con Dan Grech, cugino di Nigel Godrich. Abbiamo scritto e registrato le prime tre canzoni in tre giorni in California. Sono rientrato in Inghilterra e ho scritto le altre. Quella prima sessione a Los Angeles mi aveva proprio entusiasmato!

Un po’ di tempo fa avevi pronunciato questa frase formidabile a proposito di un eventuale album come solista: “Un disco solista? Minchia, testa di cazzo, ma ti droghi? Non sono mica uno stronzo”.

Allora devo essere uno stronzo! (ride, ndr). No, ma all’epoca non volevo davvero fare un disco da solista. Per me al mondo ci sono troppi artisti che farebbero meglio a suonare in gruppi. Ci sono troppe grandi band che sono sparite perché una testa di cazzo ha voluto assolutamente tentare la propria fortuna come solista, voleva onorare il proprio ego e nient’altro! Questo genere di atteggiamento ogni volta fa soffrire tutti gli altri membri del gruppo. Onestamente preferirei essere negli Oasis, essere qui per parlarti degli Oasis. I Beady Eye li ho adorati, erano fantastici, davvero. Ma non erano più gli Oasis, eh? Bisogna ammettere le cose. Ciononostante ne andavo molto fiero. E quindi questo disco da solista per me è un po’ come l’ultimo lancio di dadi…

L’ultimo lancio di dadi? Per cosa? Morirai o chiuderai con la musica se questo disco non sfonda?

No, non morirò. Può darsi che magari io viva per sempre … La musica è una parte della mia vita. Non mi sveglio al mattino urlando: “Musica, musica, musica!”. Amo la musica, ma non è un’ossessione. Amo un sacco di altre cose della vita. Se la gente non comprerà il mio disco non mi farò scoppiare il cervello. Farò semplicemente qualcos’altro, lontano dalla musica … Incrocio le dita perché funzioni, ma in caso contrario …

In caso contrario smetterai? È piuttosto definitivo, no?

Penso che dovrei smettere, amico. Questo disco è il migliore che potessi fare. Non scriverò mai un disco reggae o dance, questo è il disco che so fare. Non costringerò la gente ad amarmi se a loro non va, non sono stupido, anche se a volte può darsi che l’abbia pensato (sorride malizioso, ndr). In tutta franchezza se non succede niente con questo disco in fondo non mi farà del male. Allora avrò bisogno di un passo indietro per leccarmi le ferite. E vedremo cosa succederà dopo … Negli ultimi vent’anni mi domandavo incessantemente: “Cosa c’è dopo? Cosa c’è dopo?”. Non riuscivo mai ad apprezzare il presente per il suo giusto valore, dovevo sempre guardare avanti. Sono cambiato. Vedrò come andrà con questo disco e trarrò delle conclusioni.

Su questo disco troviamo musicisti passati per Babyshambles, Kasabian, Beady Eye. Lavorare finalmente con Liam Gallagher non fa loro paura?

Certo che no! Io sono superfigo! Non so perché la gente mi veda come un tizio insopportabile. Sono un tipo simpatico da avere intorno, amico! Lavorare con me è proprio tranquillo, non ci sono problemi! Sono molto meno rompiscatole di molti artisti. Non sono un dittatore, non ordino ai musicisti di fare questo o quello. E poi sono veramente troppo bello per essere un dittatore. Guarda Trump, Hitler, Stalin, che cazzo di stronzi orribili (ride, ndr …).

E allora come descriveresti questo disco?

È un album proprio vero, non solo come raccolta di canzoni. È il più onesto che abbia fatto finora! Mi sono proprio spremuto la testa per le parole e le melodie, è il disco più personale che abbia registrato. Senza un cazzo di dubbio! È un disco con uno spirito vero, un disco sensibile, con vere chitarre, del fottuto rock 'n' roll se hai voglia di chiamarlo così … Non è un disco che si mette in posa, è un disco diretto, viscerale, come i cazzo di Sex Pistols. È veramente bello essere tornati. Non ne potevo più di girarmi i pollici a casa. La noia può uccidere un uomo. E dopo lo scioglimento dei Beady Eye mi annoiavo da morire! Quattro anni a casa a non fare niente, a bere troppo, a parlare troppo nel vuoto. Sì, è sempre meglio che scavare buche tutto il giorno per pagarti l’affitto, ma io ho bisogno di cantare rock 'n' roll, sono arrivato su questo pianeta per questo, ero fatto per quello. Devo essere sulla scena, devo essere per strada. Non sono fatto per restare sul divano.

Le canzoni ricordano a volte delle ballate …

Sono state scritte tutte con la chitarra acustica. L’acustica e la mia voce, ha sempre funzionato. Se avessi usato un trucco da rock da stadio sarei stato fottuto, amico. Amo la chitarra acustica, è come una percussione che serve alla mia voce. E poi, com’è evidente, sono un vero maniaco di John Lennon. Non posso farne a meno. Ma soprattutto non volevo ricordare i vecchi Guns N' Roses.

Milano, 14 settembre. Liam alla Vogue Fashion's Night Out
Quando parli di questo disco si ha l’impressione che tu abbia bisogno anche di ritrovare un certo stato d’animo, qualcosa che potrebbe essere più “fai da te”, più punk …

Sì, amico! Con gli Oasis avevo 25 amplificatori, 400 chitarre, 500 tastiere, c’era una sproporzione. Lì ci sono tre chitarre, due amplificatori, una batteria, ce ne sarebbero potute essere di più, ma non era quello il punto. Bisognava tornare all’essenza delle cose, essere più istintivi ….

Di cosa parlano le nuove canzoni?

Di pace, d’amore, di rabbia, di odio, di invidia, di ammirazione, di tutte le emozioni umane in realtà. Io voglio bene a tutti. Sono un uomo di pace. Sicuramente qui e là prendo delle strade tortuose e le mie le ho comprese, ma nessuno è perfetto e lo accetto. Non sono un poliziotto, un giudice o un dio. È un disco d’amore, ma non solo. Amore, odio e spirito, amico.

Ne hai scritta una su tuo fratello?

In realtà no, ma se porgi bene l’orecchio si sente Noel comparire qui e là … È mio fratello. È così. Almeno quando dobbiamo dirci qualcosa non prendiamo le pinzette, ma andiamo frontalmente. Oggi non si può più dire nulla. Bisogna stare attenti alla minima parola pronunciata, è estenuante. Con Noel abbiamo sempre preferito la franchezza, che fosse nell’intimità o davanti ai microfono, a chi cazzo fregava?

(foto da vogue.it)
Parliamo d'altro: hai visto la guardia repubblicana interpretare Don’t Look Back In Anger prima dell’incontro amichevole Francia-Inghilterra allo Stade de France?

È stato terribile, amico, veramente terribile … Mi dispiace essere sincero, ma non è affatto buono. Aveva le migliori intenzioni, è stato un gesto davvero adorabile, ma il risultato … Non fa per me, amico, no … Ma ne vado ancora fiero quando le canzoni degli Oasis sono riprese per questo genere di celebrazioni. E poi nell’epoca attuale, in cui tutto è fuori controllo, è meglio aggrapparsi ad una canzone che a un discorso politico. Mi sono sentito comunque onorato … Non vorrai mica che ti parli di quello che ha fatto mio fratello, eh? Quel grande imbecille non si è degnato di presentarsi al concerti in onore delle vittime di Manchester … Che vuoi che ti dica? Non doveva che prendere un aereo, quel coglione … Io non ci sono andato per farmi della pubblicità, per mostrami insieme ai Coldplay. Io dovevo esserci, punto. E ne andavo fiero, era la mia cazzo di città, la mia cazzo di gente! Se non mi avessero voluto ci sarei andato lo stesso. Appartengo a quella categoria che pensa che la musica possa veramente cambiare il mondo. Se una canzone può cambiare la vita della gente allora può influenzare il mondo. È dimostrato! I politici non ascoltano musica, o della techno merdosa o dell’heavy metal. Nessuno di loro sembra sensibile alla melodia. Se Kim Jong-un dichiarasse di amare gli Oasis mi dispiacerebbe tantissimo …

Questi attentati, questa crisi totale che attraversa il mondo come influenza il tuo modo di comporre?

Ascolta, quegli stronzi non riusciranno mai a sottomettermi. Potranno anche moltiplicare le schifezze, ma io mi sveglierò al mattino per fare la mia cosa. Magari farò ancora di più. Credo di essere tornato al momento giusto. Non vengo per salvare le persone, ma per gettare un sasso nello stagno. Quando fuori c’è la merda non vorrai mica che Liam Gallagher resti lì a girarsi i pollici. Vuoi che si metta in prima linea! Bataclan, Manchester, è la stessa cosa! Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, amico! Quando è successo ero devastato e molto arrabbiato! Stronzi di merda! Hanno ucciso dei ragazzi, questi stronzi! Che tu sia dell’Isis o di non mi importa quale gruppo terroristico, sei solo uno stronzo e ti senti come una merda. Non ci sono parole per descrivere questo orrore. E non dimentico che tutta questa merda viene anche dai nostri politici. Senza la loro avidità, il loro cinismo non moriremmo per le nostre strade. Ma per rispondere alla tua domanda, non sono Bono. Non aspetto il minimo attacco per gettarmi sulla chitarra e scrivere una canzone universale, no …

Veniamo a qualcosa di meno atroce. Hai rischiato di morire a causa di una M&M blu, è vero?

È vero, sì. Immagina la scena: ero in una stanza d’albergo, mangio questa caramella sul divano e mi viene un’allergia che quasi mi ammazza (ride, ndr). Alla Elvis! Patetico. Ci sarebbe stato un bell’epitaffio del cazzo: “Qui giace Liam Gallagher, soffocato da una M&M blu. La vergogna”.

Prima del tuo disco da solista abbiamo potuto vedere Supersonic, il documentario sugli Oasis. Straordinario.

Grazie, ma io quel documentario non l’avrei fatto finire lì. Avrei raccontato tutto, proprio tutto. Anche le cose più oscure, le meno confessabili. Bisognava raccontare tutta la storia, approfittandone per chiudere il cerchio. Ma è un buon documentario. Mia madre lì è proprio fantastica. Lei è migliore di me (ride, ndr). La amo.

Quando si guarda Supersonic non si può fare a meno di vedere te e Noel come degli stronzi fighi.


Lo accetto! Mi piace un sacco! Sono un bastardo figo. È esattamente così!

Questo disco da solista è per te anche un modo di dimostrare ai tizi degli Oasis che ci sai ancora fare?


No, non ho bisogno di scrivere delle canzoni per dimostrare che ci so ancora fare. Ci so fare, cazzo, quando voglio, dove voglio. Con chi voglio. Ma non mi considero uno dei più grandi cantautori della terra. Mi vedo più come un cantante rock 'n' roll. Non mi ha mai dato fastidio cantare le canzoni di altri. Nella veste di autore sono piuttosto limitato. Anche se quando scrivo lo trovo figo. Ma Elvis non aveva bisogno di scrivere tonnellate di canzoni per essere adorato. E quello che andava bene a Elvis a me va benissimo (ride, ndr). Sono semplicemente rapito dall’idea di essere tornato. Di essere là, a Parigi, a parlare con te della mia musica. Gli Oasis? Staremo a vedere. Chi può saperlo? Io respiro ancora, Noel respira ancora. Non si sa mai …
Milano, 14 settembre. @milemirko | Instagram

L’intervista è terminata.


Non hai un regalo per me?

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Liam è impaziente. Gli porgo una vecchia fascia del PSG da collezione, una sciarpa risalente all’epoca precedente all’avvento dei qatarioti. Sembra colpito, lui che è tifoso del Man City.

“Oh, amico, davvero è per me? Me la regali? Ti prometto una cosa: se mi esibisco a Marsiglia mi presento sul palco con …”.

Liam Gallagher non ha davvero paura di nulla. E probabilmente è anche per questo che non si può fare a meno di amarlo dopo tanti anni.

di Jerome Reijasse - traduz. italiana di oasisnotizie
Source: Rock &Folk (France)

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