giovedì 14 gennaio 2016

Noel Gallagher: "Scriverei la sigla di James Bond. Il mio segreto? Non ho mai finto di essere chi non sono"

Intervista di Julie Burchill a Noel Gallagher per Style, allegato al Sunday Times di domenica 10 gennaio 2016.

PARTE 1 DI 2

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A quanto pare Adele suonerà ad un party privato per il compleanno di Kate Middleton. Se qualcuno dei reali ti convocasse, come risponderesti? 

Direi: "L'abbiamo capito, non è colpa tua. Lo capiamo. Ma, sul serio, dovresti interessarti molto di più a come le nostre materie sono trattate dal tuo governo".

All'epoca pensavi che Damon Albarn fosse posh, ma guarda i Mumford & Sons. 

Negli anni '80 era veramente facile fondare una band. Dobbiamo ringraziare la Thatcher per i magazzini in disuso in cui potevamo fare le prove, ma ora sono tutti appartamenti eleganti e piccole imprese. E le chitarre costano molto. È un dato di fatto che i ragazzi della classe operaia non si possano permettere la musica a causa dei costi eccessivi.

Come hai smesso con le droghe? E cosa hai provato?

Quando la cocaina smise di esercitare un fascino su di me, furono dei mesi strani, perché frequentavo ancora le stesse persone. Bevevo di più e la gente si faceva ancora vicino a me, cosa che non mi dava minimamente fastidio.
Con gli anni mi sono reso conto che la cosa non mi creava affatto problemi. L'unica cosa davvero brutta che mi faceva fare era farmi battere molto i piedi. Ad un certo punto i vicini del piano di sotto mi scrissero un biglietto per chiedermi conto dei "colpi forti e ritmati di ogni sera sul soffitto". Ed era solo il mio piede!
Verso la fine trascorrevo serate in cui scrutavo la stanza e poi pensavo: "Come cazzo sono finito qui con queste persone? Non abbiamo nulla in comune, è solo per la droga".
Cercavo una via di fuga - dovevo sbarazzarmi di quelle persone, perché non ero più uno di loro - quando sulla pista da ballo, a Ibiza, vedo la mia futura moglie, Sara MacDonald. E poi siamo fuggiti via insieme, e questo è quanto.

Da come parli sembri lasciare poco spazio ai sentimenti, ma le tue canzoni restituiscono un Noel dalle emozioni profonde.  Sei consapevole di questa scissione?

Assolutamente sì. Tutti i miei pensieri nostalgici, sulle storie d'amore e i sentimenti confluiscono tutti nella musica. Mia moglie pensa che io sia la persona più curiosamente fredda, ma poi in prima fila ad un mio concerto vedo un 15enne che canta la mia canzone e piange. Questa è una cosa che mi colpisce sempre, perché in un certo modo io mi sono insinuato nella vita della gente senza neanche provarci.

Nessuno di quelli che ti hanno incontrato ha una parola negativa su di te. Come hai fatto, a differenza di tanti altri personaggi del mondo della musica, a non diventare un coglione?

Non ho sangue inglese, quindi sono escluso dalla maledizione della geografia, e sono un mancuniano, quindi non c'è spazio per le stronzate. Puoi essere solo ciò che sei, e io non ho mai finto di essere qualcosa di diverso da quello che sono.

Ti è rimasta qualche ambizione? Qualcosa che non hai fatto e che ti piacerebbe fare?

Non mi viene in mente niente.

Neanche scrivere la sigla di James Bond? La tua canzone Ballad of the Mighty I sarebbe perfetta.

Se mi chiedessero di scrivere una canzone per Bond, sì, di sicuro. Il fatto è che io non ho mai dovuto inseguire nulla. Con gli Oasis fondare quella band sembrava impossibile. E tutte le mie ambizioni sembravano impossibili, quindi non sono assolutamente ambizioso riguardo a qualcosa che sia raggiungibile. Ora che ho fatto un po' di cose, non me ne fotte più un cazzo di raggiungere alcunché. Voglio solo scrivere le migliori canzoni che sono in grado di scrivere. [fine prima parte]

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