venerdì 6 novembre 2015

Noel Gallagher: "I Radiohead? Non li ascolta più nessuno, ma se Thom Yorke cacasse in una lampadina sarebbe elogiato dalla critica"

Dalle pagine di Esquire UK, che gli ha dedicato la copertina del numero di dicembre, Noel Gallagher ha raccontato vari aneddoti sulla sua carriera e con la sua consueta lingua tagliente non ha risparmiato neanche i Radiohead. Ecco alcune delle sue parole.
Se sono consapevole della gerarchia delle band britanniche? Sono consapevole del fatto che i Radiohead non hanno mai ricevuto una fottuta recensione negativa. Ritengo che se Thom Yorke cacasse fottutamente in una lampadina e cominciasse a soffiarci dentro come si fa con una bottiglia di birra vuota forse riceverebbe 9 stelle su 10 dalla fottuta rivista Mojo. Ne sono consapevole.
Ricordo di aver scritto Don't Look Back in Anger a Parigi in una serata piovosa. Avevamo appena suonato in uno strip club. Finita la nostra esibizione, arrivarono le spogliarelliste. Non eravamo nulla, eravamo una piccola band insignificante. E ricordo che tornai nella mia stanza di hotel e la scrissi, e pensai: "Sarà abbastanza bella quando la registreremo". Se quella sera avessi saputo quello che so ora, cioè che la gente la fa suonare ai fottuti funerali e ai matrimoni, non avrei mai completato quella canzone. Troppa pressione. Tecnicamente ci sono cantautori migliori di me. Quelli che scrivono sul Guardian ti diranno questo, però ci sono canzoni di altri artisti che abbiano veramente influenzato una generazione? I Radiohead? Quando li ascolta la gente? Quando esce o quando torna a casa? Perché fatico a immaginarmelo.

Nelle mie canzoni c'è una certa gioia quando si abbinano bene con le sbronze.
Guarda, appena Thom Yorke scrive una canzone  bella come la fottuta Mony Mony fateci un cazzo di fischio. Io e mia moglie eravamo al Festival di Coachella un paio d'anni fa e i Radiohead erano headliner. Abbiamo fatto: "Bene, diamo loro un'altra possibilità. Andiamo a vederli". Giornata bellissima e soleggiata. Appena loro uscirono ci incamminammo tra la folla e suonavano questa roba post-techno: "de-de de de". Eravamo un po' ebbri. Fottutamente fantastico. E poi lui ha iniziato a cantare. No. Non fa per noi. Noi siamo gente da party.

Non scriverò mai una canzone che sia in sintonia con la gente tanto quanto lo è Don't Look Back in Anger, ma questo non mi impedisce di tendere verso il meglio ogni mattina. Penso che ci siano canzoni fantastiche che non sono state ancora scritte. E penso ancora, quando mi metto lì seduto per ultimare quella canzone, che me ne uscirò con quel verso che trasforma una canzone bella in una canzone fantastica. Ritengo che sia così per ogni scrittore. Non che io consideri me stesso "uno scrittore", perché quelli là sono i fottuti stronzi più noiosi del mondo, ma come scrittore, come autore di sicuro pensi sempre che la tua opera migliore sia sempre davanti a te, anche se ho abbastanza consapevolezza di me stesso da rendermi conto che probabilmente è fottutamente dietro di me.
Fonte: esquire.co.uk

Seguiranno le altre parti dell'intervista, stay tuned.

Vedi anche: Noel Gallagher al vetriolo: "One Direction succhiacazzi, Styles non ha nulla da dire, come tutte le rock star di oggi"

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