sabato 7 gennaio 2012

Noel Gallagher: "John Lennon userebbe molto Internet. Britpop periodo fantastico, oggi è uno schifo"

L'altro ieri Noel Gallagher è stato intervistato anche da Steve Wright a In The Afternoon, in onda su BBC Radio 2. Ecco di cosa ha parlato. Sotto il post è possibile ascoltare l'audio.

All'inizio Noel ha glissato su una domanda su Liam dicendo: "Prossima domanda? ... Parliamo di sport".

Che opinione hai dell'era Britpop?

"È stato l'ultimo grande assalto alle classifiche da parte della musica alternative, ora le chart sono molto diverse. Il giorno di Natale vedevo Top of the Pops ed è stato pauroso. Ogni canzone suonava come se provenisse dallo stesso ambiente musicale: c'era un po' di rap e tutti suonavano in una voce soul di oltreoceano, era uno schifo. Credo che nel Britpop avessimo Pulp, Oasis e Blur tutti molto diversi, vendevamo tutti molti dischi e la gente allora i dischi li comprava. Ed eravamo tutti grandi band dal vivo, cosa che ora è scomparsa. È stato bello farne parte. Allora abitavo a Camden ed era più o meno il centro dell'universo. Eravamo tutti giovani e single, è stato un periodo veramente fantastico. Ci ripenso solo quando mi ci costringono le interviste, non mi rendevo conto di quanto fossimo grandi".

Stai scherzando?

"No, è stata tutta una progressione graduale: Knebworth ovviamente - che finì per essere la cosa più grande che abbiamo mai fatto - ma avremmo potuto fare sold out per 7 sere a Knebworth e pensavamo: 'Torniamo l'anno prossimo e facciamo 4 sere', capisci?".

Quando ti sei reso reso conto che le canzoni fossero così magiche e che sarebbero durate?

"Credo attorno al 2005, quando abbiamo fatto l'album Don't Believe the Truth e ci siamo resi conto che avevamo un pubblico nuovo o che i ragazzi si erano fatti più giovani. Forse ci metteva un po' a disagio ai primi concerti: 'Che ci fanno questi ragazzini qui che ci fissano? Non dovreste essere a scuola?'. E poi conoscevano tutte le canzoni dei primi due dischi. Solo allora ci parve evidente che il disco aveva acquisito una vita propria e che era diventato un classico, come un disco dei Sex Pistols o dei Beatles. Mi sono sentito immensamente orgoglioso, ma all'ora non ce ne rendevamo conto. Era solo un giovedì in cui facevi il soundcheck a Knebworth e poi wow".

Come è cominciata la passione per la musica?

"Il tarlo per me è cominciato negli anni Ottanta, quando registravo su cassetta le classifiche musicali, le top 40 dalla radio. Ricordo che l'altra sera ero seduto con mia moglie di fronte alla TV e vedevamo su un canale musicale questa maratona di video degli anni Ottanta e mi sono reso conto di quanto fosse grandioso quel periodo per la musica pop: tutti avevano un aspetto diverso, un sound diverso, ognuno aveval a cosa sua. È allora che cominciò la mia ossessione per la musica, registrando le top 40. Poi ebbi la chitarra, imparai a suonare dalle canzoni alla radio e poi andò avanti da lì. Poi sentii i Beatles e dissi: 'Wow, questa è la mia musica!'".

Quando hai ascoltato per la prima volta i Beatles?

"Sono nato il giorno che uscì Sgt. Pepper's e la mettevano alla radio in ospedale. Dò la colpa a questo per la mia ossessione con i Beatles. Ricordo She Loves You, quando morì John Lennon in TV ci fu un'enorme retrospettiva sulla sua vita e i Beatles avevano acquisito una vita propria".

Com'è successo? Eravate fratelli e quindi ...

"No, prima del Britpop c'era un movimento o una scena che divenne nota come Madchester. Ero roadie per una delle band di questo movimento ed ero felicedi andare in giro per il mondo, sistemare la strumentazione, era fantastico. Una sera ero a Monaco e telefonai a mia madre. Chiesi come stava Liam. Mi disse: 'Sta provando con una band'. E io: 'Cosa?'. 'Sì, sta in una band'. 'A fare che?'. 'Canta'. E io: 'Canta? Ho condiviso con lui una stanza per tutta la mia vita con la mia chitarra, mi sedevo lì e la suonavo di fronte a lui e lui non ha mai ... diceva solo: 'Ehi, tu, strambone'. Pensai: 'Canta?'. Alla fine del tour tornai e andai a vederlo e pensai: 'Hanno qualcosa ...'. Avevano un po' di canzoni, poi mi chiamarono per circa un mese a suonare con loro. Appena ci andai pensai ...".

E come hai cominciato a scrivere canzoni?

"Nel 1991 venivamo da quella scena Madchester e la mia musica era un po' così. Ricordo che un giorno nel mio appartamento di Manchester scrissi Live Forever. E sembrò che la sera prima avessi scritto un tipo di musica e il mattino dopo qualcos'altro. E tutto partì da quella canzone. La portai in sala prove, la suonai a tutti e Bonehead, l'altro chitarrista, disse: 'No no, non è tua, l'hai trovata da qualche parte'. E pensa ancora oggi che non sia una canzone mia! E io: 'No, mi è venuta così in un sogno' ... ma per me la registrazione delle canzoni è una cosa e il forgiare, la scrittura delle canzoni è un fatto di ispirazione. Sto lì seduto a vedere la TV e magari ho nella testa una melodia che ho suonato migliaia di volte senza che significasse nulla, poi vedi qualcosa
alla TV e ti viene il primo verso. Deve essere 'accesa' tutte le volte".

E il primo album?

"Ho fatto abbastanza album da capire quando ... in quel caso dopo il missaggio pensai che quello era un album buono. E decisi davvero di metterci dentro tutto, di spassarmela e di fare del mio meglio per trasmetterlo al pubblico".

Cosa cambia tra Oasis e High Flying Birds?

"Non hai la rete di sicurezza. Quando facevi uscire un album con gli Oasis su 11 canzoni dal vivo ne facevi in genere forse 5 o 6, tanto avevi sempe la sicurezza di un catalogo di vecchie canzoni che ti avrebbe garantito un grande concerto ovunque. Stavolta ho iniziato suonando 12 nuove canzoni di fila, quindi non posso concedermi il lusso di fare un concerto da rock'n'roll star. È ua cosa diversa, ma penso che la gente ci sia entrata dentro".

Suoni canzoni degli Oasis?

"Sì, devo farlo, non ho abbastanza materiale che mi legittimi ad estorcere alla gente una grande quantità di denaro per venire a vedermi dal vivo. Ne sto facendo 7 o 8, ci sono un po' di b-side oscure".

Sei sempre molto sicuro di te, ma sai essere ragionevole. Sei davvero così?

"Dovreste parlarne con mia moglie, non so proprio come descrivere me stesso. So cosa voglio quando sono in studio e come deve andare quando suono dal vivo. Gli Oasis erano una democrazia, ora non sono in una democrazia, ora è come dico io, raramente come dicono i tizi che pago per suonare con me. A volte faccio loro uno sguardo mortale. Faccio loro: 'Non deve andare così'. 'Ma io penso ...'. 'Non pensare ...'".

Hai incontrato John Lennon?

"No. Ora suona un po' come se colessi sminuirli, ma ho conosciuto gli altri tre. Ho conosciuto George Harrison grazie alle amicizie della sua ex moglie Meg Matthews . "Mi ha detto 'Vorresti condividere con me una Heineken?'. E io: 'Oh, Dio'. E ho incontrato Paul McCartney a Milano, ormai ci dovrei essere abituato, ma ancora lo vedo così: 'È il tipo che era nel video di All You Need Is Love!'. E la cosa mi sconvolge la testa e penso sia lo stesso per lui! Ahah!".

Sarebbe fantastica una band con te e Paul McCartney?

"Forse mi limiterei a stare lì in piedi e lui mi farebbe uno sguardo mortale dicendomi: 'Fai qualcosa'. E io: 'Guarda che scarpe che ha! Da dove le ha prese?'".

Cosa pensi che farebbe oggi John Lennon se fosse vivo?

"Era un artista incredibile, sarebbe bello vedere cosa avrebbe fatto oggi. Penso che avrebbe abbracciato massicciamente Internet, avrebbe fatto trasmissioni. Penso che nell'ultimo decennio il mondo si sia fatto molto 'politico' e penso che lui ne sarebbe stato molto coinvolto, avrebbe fatto musica politica. Nessun dubbio, sarebbe stato coinvolto nella rivoluzione tecnologica e nella politica mondiale. È una grande perdita, ma almeno ha lasciato musica favolosa".

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Noel ha detto anche che di Dream On esiste una "versione pulita" senza le parolacce che vengono censurate alla radio e che "gli High Flying Birds non sono una band. In un momento di follia una sera decisi che non mi sarei chiamato Noel Gallagher e basta, anche se è il mio nome, ma Noel Gallagher qualcosa".

Anche un parere sulla percezione dei concerti: "La cosa bella della musica è che tutti andiamo a vedere concerti e li percepiamo in maniera diversa. Sono stato a concerti che pensavo fossero terribili, invece la gente mentre uscivamo dal luogo del concerto mi fermava e mi faceva: 'È la cosa più grandiosa che abbia mai visto'. Spero che i miei la gente li afferri".

by oasisnotizie



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